domenica 4 dicembre 2011

La Mistificazione !!!

                                                                                    
L’ assenza delle 4 Organizzazioni Sindacali, dalle Assemblee, dai tavoli sindacali, dalla rappresentanza dei tanti problemi che hanno afflitto e affliggono i lavoratori di ogni Settore, dall’assenza di risposte di intervento dei loro iscritti, tanto da dover andare a “Chi l’ha Visto”? Da qualche  mese, sembra essersi [...scatenato l'inferno...] citando una frase a loro cara, ma detta da un grande condottiero: Il Gladiatore “Massimo Decimo” …
Vi sono conflitti per tutti i gusti, danno libero sfogo alla fantasia, tutto va bene per aprire conflitti con l’Azienda, una vera alluvione… Salvo poi, non discuterli mai.. Salvo poi, non essere presenti alla discussione dei temi che essi stessi hanno sollevato…Salvo poi, approntare pagliacciate degne di un reparto della neuro. Vi ricordate quelle scene dei film, dove persone non troppo stabili svitano lampadine, rovesciano l’acqua, si mettono lo scola-pasta in testa….ecco siamo lì. Bisognerebbe avere una telecamera per far capire ai lavoratori di cosa stiamo parlando. Nell’ultimo incontro a livello Nazionale, strillavano, cantavano, staccavano la spina della presa del proiettore, uscivano, entravano, facevano squillare i telefoni.
Cosa manca? Un ultimo atto, un ultimo regalo all’Azienda,                                      LA CLAUSOLA COMPROMISSORIA.                                                                                     
Per noi e’ facile rispondergli: Fatelo da soli, perchè volete per forza che la CGIL divenga vostra complice? Siete 4 Organizzazioni, avete già firmato tutto, procedete da soli, vi manca il coraggio? Perché ben sapete  di quale “porcata” stiamo parlando, tanto più in un momento di riorganizzazione dell’Azienda.  Quanti licenziamenti servono all’Azienda? Quanti trasferimenti? Quanti provvedimenti disciplinari che poi diverranno licenziamenti sono in cantiere? Quanti disabili da allontanare dopo averli ghettizzati in altri settori dell’azienda come i C.M.P?
Da noi non l’avranno e se per convincerci, da mesi tentano di isolarci, non vogliono fare trattative con noi, seppelliscono Risorse Umane di richieste di convocazione, perché nel frattempo devono far credere ai loro iscritti, che stanno intervenendo e noi no… non ci riusciranno!!! I lavoratori non dimenticano, gli accordi a perdere che hanno fatto in questi anni.
Fino ad oggi si sono limitati a dichiarare scioperi finti, utili all’azienda perché non ha più fondi, vista la forte carenza di personale e il monte ore previsto per legge, già esaurito, hanno fatto finta di non sapere dei ticket, degli errori sulla busta paga, delle anomalie di SDP, delle zone a terra sul Recapito, di un accordo sempre del Recapito non più rispettato, dell’accordo dei video terminalisti mai applicato e ormai scaduto, delle mobilita’ accompagnate, degli inidonei mandati fuori regione, della sicurezza assente in tutti i settori, della giungla degli  appalti, delle apparecchiature fuori uso e dei soldi della formazione utilizzati per altro. Ci aspetta un futuro molto incerto… per colpa di qualcuno che ormai “ARRANCA E BASTA” !!!                                                                   
  Milano,05/12/2011                            
                                                                                                          Cmp Roserio                                                                                                                                                                                                                                                       

venerdì 2 dicembre 2011

Stretta anzianità, contributivo
ecco il piano per le pensioni.

Necessari 41-43 anni di lavoro per poter lasciare oppure si aumentano le "quote", accelerato l'aumento dell'età per le donne: l'aggancio con gli uomini già nel 2018. Previsto un aumento di un paio di punti per le aliquote degli autonomi

 La riforma-Fornero è pronta. Il neo ministro del Lavoro ha annunciato ieri a Bruxelles che lunedì il Consiglio dei ministri dovrebbe varare un pacchetto organico di interventi sulla previdenza. Ci sarà l'estensione a tutti del sistema contributivo nella forma pro-rata per il calcolo della pensione e l'accelerazione dell'innalzamento dell'età pensionabile delle donne dipendenti del privato, che dovrebbe passare già dal 2012 da 60 a 63 anni per poi agganciarsi a quella degli uomini già nel 2018 e non più nel 2026. Aumenteranno di un paio di punti percentuali i contributi a carico dei lavoratori autonomi attualmente intorno al 20-21 per cento. Ci sarà il blocco - anche se i dettagli devono ancora essere definiti - dell'adeguamento degli assegni (con l'esclusione di quelli al minimo) alla dinamica dell'inflazione dal quale arriveranno quasi 5 miliardi di euro.

Il ministro punta al superamento delle pensioni di anzianità, ma questo è anche il capitolo non ancora chiuso. C'è l'opposizione di tutti i sindacati e di una parte del Pd, mentre il Pdl e l'Udc potrebbero essere a favore. La soluzione più hard, sulla quale si sono concentrati i tecnici del governo, è quella di prevedere per tutti un'unica soglia di età contributiva a 41-43 anni per andare in pensione, con l'esclusione di coloro che hanno raggiunto 63 anni senza avere però quella anzianità contributiva: a loro verrebbe concesso di lasciare il lavoro,
ma con una penalizzazione. In questo modo l'età di uscita tenderebbe a coincidere con quella della pensione di vecchiaia.
Se dovesse passare questa ipotesi, salterebbe il meccanismo delle quote che associa l'età con gli anni di contribuzione (fino alla fine del 2012 vale quota 96). In alternativa potrebbe esserci un innalzamento immediato delle quote, per esempio a livello "100". Resta il fatto che la Fornero ha sempre criticato soluzioni a metà che coincidono sostanzialmente con dei rinvii. Meglio interventi organici che unifichino le regole e non distinguano tra generazioni. "Faremo una riforma incisiva - ha infatti detto - ma che rispetti il criterio di equità tra generazioni". Quello delle pensioni di anzianità, come tante altre volte nel passato (l'ultima con la Lega nel governo Berlusconi) sarà comunque il terreno dello scontro. Ieri il leader della Cgil, Susanna Camusso, ha ripetuto che "il 40 resta un numero magico". Un tetto invalicabile anche per Cisl e Uil. E va detto che ormai i due terzi delle uscite per anzianità avvengono attraverso il canale dei 40 anni di versamenti contributivi. Nel 2010 - dati dell'Inps - su oltre 174 mila pensionati per anzianità, 116 mila avevano 40 anni di contributi.

Sono destinate a saltare anche le cosiddette "finestre mobili" per lasciare il lavoro che, nei fatti, sono servite a far slittare, di un anno per i lavoratori dipendenti e di un anno e mezzo per gli autonomi, l'accesso alla quiescenza. Un allungamento della permanenza al lavoro che, tra l'altro, non ha alcun effetto positivo sull'importo del futuro assegno. Pare sia ormai fuori dal menù l'ipotesi di anticipare dal prossimo anno e non più dal 2013, come previsto, il meccanismo che fa crescere l'età pensionabile con l'aumento della speranza di vita. A partire dal primo gennaio del 2013 l'incremento sarà di tre mesi.

Subito dopo le pensioni, il ministro Fornero ha annunciato che aprirà il capitolo mercato del lavoro, con attenzione in particolare alle donne e ai giovani. E, per quanto a titolo personale, ha voluto dire che punta pure all'introduzione del reddito minimo garantito. Sferzante il commento del segretario della Cisl, Raffaele Bonanni: "Mi pare un tema ripescato da pubblicazioni degli anni '70. Non so a chi serve, forse serve a mandare un messaggio a chi vuole essere suggestionato. Parliamo invece di pensioni e non lanciamo messaggi subliminali. Lasciamo il reddito minimo garantito a quando avremo più soldi".
(02 dicembre 2011)