MILANO, 29 marzo 2012 - Bagno di folla a Milano per Susanna Camusso, che ha persieduto alla Camera del Lavoro l'attivo dei quadri e delegati convocato sulla riforma del mercato del lavoro e sui prossimi passi da fare, con una prima mobilitazione unitaria annunciata il prossimo 13 aprile.
Un lungo applauso ha accolto il segretario generale della Cgil, nella sala che ospita 550 posti a sedere con diverse centinaia di persone in piedi e in un’altra sala adiacente con 150 posti a sedere tutti esauriti.
LO STRAPPO DEL GOVERNO - Rispetto alle parole di ieri del premier Mario Monti, Camusso va all'attacco: "Il governo ha deciso uno strappo - scandisce - forse ha immaginato che il suo consenso fosse tale per consentirgli questa operazione ma non ha funzionato". la Camusso "Il Paese non ha preso ...bene le scelte che si sono fatte, lo confermano la mobilitazione che c’è stata e i commenti che sentiamo in giro".
E dunque il segretario generale della Cgil invita il governo Monti a "fermarsi e riflettere" perché "forse, invece di salvare l’immagine dell’Italia bisogna salvare gli italiani".
LICENZIAMENTI FACILI - “Sui licenziamenti facili il governo non ha convinto nessuno”, afferma il segretario generale della Cgil. “Noi -ha proseguito la leader sindacale- continuiamo a puntare sul Parlamento perché faccia modifiche tali da far diventare questo disegno di legge una riforma vera”.
SCANDALO ESODATI - “E’ scandaloso che l’Inps non sia in grado di quantificare il numero degli esodati”. E’ quanto sostiene il numero uno della Cgil, Susanna Camusso oggi a Milano per un attivo sindacale. “Di fronte a una riforma che cambia brutalmente i diritti in essere -ha proseguito Camusso- non va bene che il governo continui a rinviare. Bisogna trovare risposte che vadano bene a tutti”.
ART. 18 E DOVERE MORALE - " Pensiamo che il Parlamento abbia il dovere morale, non il dovere tecnico, di guardare a cosa pensa il paese e a cosa pensano i lavoratori", sostiene il segretario generale della Cgil. "Siamo certi di vincere?", si è poi domandata rispondendo ‘no’. Ma "siamo assolutamente certi che la battaglia bisogna condurla fino in fondo".
"Per questo - ha proseguito Camusso - ci siamo dati il passo di chi resiste e continua a farlo e non il passo di chi ha la preoccupazione e qualche paura". La segretaria ha poi ribadito la strategia di rivolgersi al Parlamento, "che continuiamo a ritenere sovrano qualunque sia il governo in carica".
Camusso ha spiegato che "di fronte al licenziamento ci deve essere una stessa sanzione per tutti i casi senza distinzioni: noi pensiamo che questo il Parlamento non possa farlo". L’altra domanda che la Cgil porrà alle Camere sarà se "l’economia italiana ha bisogno di licenziare piu’ facilmente o se invece ha bisogno di provvedimenti per la crescita".
Un lungo applauso ha accolto il segretario generale della Cgil, nella sala che ospita 550 posti a sedere con diverse centinaia di persone in piedi e in un’altra sala adiacente con 150 posti a sedere tutti esauriti.
LO STRAPPO DEL GOVERNO - Rispetto alle parole di ieri del premier Mario Monti, Camusso va all'attacco: "Il governo ha deciso uno strappo - scandisce - forse ha immaginato che il suo consenso fosse tale per consentirgli questa operazione ma non ha funzionato". la Camusso "Il Paese non ha preso ...bene le scelte che si sono fatte, lo confermano la mobilitazione che c’è stata e i commenti che sentiamo in giro".
E dunque il segretario generale della Cgil invita il governo Monti a "fermarsi e riflettere" perché "forse, invece di salvare l’immagine dell’Italia bisogna salvare gli italiani".
LICENZIAMENTI FACILI - “Sui licenziamenti facili il governo non ha convinto nessuno”, afferma il segretario generale della Cgil. “Noi -ha proseguito la leader sindacale- continuiamo a puntare sul Parlamento perché faccia modifiche tali da far diventare questo disegno di legge una riforma vera”.
SCANDALO ESODATI - “E’ scandaloso che l’Inps non sia in grado di quantificare il numero degli esodati”. E’ quanto sostiene il numero uno della Cgil, Susanna Camusso oggi a Milano per un attivo sindacale. “Di fronte a una riforma che cambia brutalmente i diritti in essere -ha proseguito Camusso- non va bene che il governo continui a rinviare. Bisogna trovare risposte che vadano bene a tutti”.
ART. 18 E DOVERE MORALE - " Pensiamo che il Parlamento abbia il dovere morale, non il dovere tecnico, di guardare a cosa pensa il paese e a cosa pensano i lavoratori", sostiene il segretario generale della Cgil. "Siamo certi di vincere?", si è poi domandata rispondendo ‘no’. Ma "siamo assolutamente certi che la battaglia bisogna condurla fino in fondo".
"Per questo - ha proseguito Camusso - ci siamo dati il passo di chi resiste e continua a farlo e non il passo di chi ha la preoccupazione e qualche paura". La segretaria ha poi ribadito la strategia di rivolgersi al Parlamento, "che continuiamo a ritenere sovrano qualunque sia il governo in carica".
Camusso ha spiegato che "di fronte al licenziamento ci deve essere una stessa sanzione per tutti i casi senza distinzioni: noi pensiamo che questo il Parlamento non possa farlo". L’altra domanda che la Cgil porrà alle Camere sarà se "l’economia italiana ha bisogno di licenziare piu’ facilmente o se invece ha bisogno di provvedimenti per la crescita".
"Salviamo gli italiani invece dell'immagine dell'Italia".
Domenico Lavorato
Domenico Lavorato