venerdì 22 febbraio 2019

Matteo Del Fante in visita al CMP di Roserio.

L’amministratore delegato Matteo Del Fante in visita al CMP di Roserio...

L’amministratore delegato Matteo Del Fante si è recato giovedì 21 febbraio al CMP (Centro di Meccanizzazione Postale) di Milano Roserio, importante snodo di Poste Italiane riconvertito nel 2017 per lo smistamento dei pacchi acquistati online.
Obiettivo della visita rafforzare il rapporto diretto con le realtà operative del territorio, creando occasioni di dialogo con i colleghi, in un’ottica di costante attenzione a temi e attività locali.

Ad accompagnare l’amministratore delegato Massimo Rosini, responsabile Posta, Comunicazione, Logistica, il responsabile Mercato Privati, Pietro Paolo Raeli, Fabrizio Petricca, responsabile gestione operativa di PCL, Fabio Cicuto, responsabile Macro Area Lombardia ed Emanuele Fontana, responsabile del CMP di Roserio.


Prima tappa della mattinata il reparto Voluminosi e Pacchi, in cui è attivo da luglio 2017 il macchinario MPKS (acronimo di Multisorting Packets System), un nuovo sistema di smistamento per oggetti voluminosi (pacchi e plichi) tracciati e non tracciati, integrato anche con il sistema di tracciatura internazionale (IPS) e con macchine radiogene. L’impianto smista giornalmente 250mila di pacchi ecommerce.
Quello di Roserio è il primo impianto in Europa per la lavorazione multiprodotto e multiclasse, supportata da un avanzato livello di automazione e da sistemi sofisticati di monitoraggio e supervisione, caratteristiche che hanno permesso di raggiungere prestazioni elevate, consentendo a Poste di sostenere il boom delle spedizioni legate all’ecommerce.
Tappa finale gli uffici dogana, dove transitano le merci acquistate all’estero, da cui arriva una quota significativa dei volumi che passano per il Centro, che negli ultimi anni si è specializzato proprio nella lavorazione degli invii non provenienti dall’Italia.

                                                  
   
L’MPKS rappresenta il punto di partenza del percorso di consolidamento della rete di smistamento di pacchi e oggetti di posta “parcel-like” di Poste Italiane che prevede, entro il 2020, l’installazione di altri tre impianti di tecnologia simile oltre che il potenziamento e l’ammodernamento degli hub di smistamento SDA...


Speriamo non sia la solita passerella… che questa visita migliori le condizioni lavorative al CMP Roserio !!!

Domenico Lavorato



giovedì 7 febbraio 2019

Precari senza lavoro.

Poste Italiane non rinnova i contratti per non stabilizzare, precari senza lavoro...




Drammatica situazione a Napoli, Cagliari, Palermo, Milano, Padova. Una lunga scia di precari che sembra attraversare lo stivale. 


Giorni difficili per i dipendenti a tempo determinato di Poste Italiane. Tutta "colpa" della scadenza di gennaio, le prime dopo l’approvazione del decreto dignità, che ha di fatto portato al mancato rinnovo del loro contratto. Tutto questo nonostante le rassicurazioni che in queste settimane erano arrivate dal mondo politico che prometteva nessun licenziamento per i cosiddetti ctd (contratto a tempo determinato).  Dallo scorso 1° novembre infatti, in virtù del decreto dignità assunzioni, proroghe e rinnovi di contratti a termine sono soggetti alle nuove disposizioni del provvedimento dal limite massimo di durata pari a 24 mesi fino alla reintroduzione delle causali. Circostanza che pone aziende e professionisti a dover valutare attentamente sia i rapporti in essere che quelli in previsione di essere avviati.   Le disposizioni della Legge n. 96/18 (che ha convertito il D.L. n. 87/2018 meglio noto come “ Decreto Dignità ”) prevedono che i  contratti a termine avviati dal 14 luglio 2018  rispettino i seguenti limiti:  Massimo 24 mesi di durata per tutti i rapporti intercorsi con il medesimo datore per lo svolgimento di mansioni di pari livello e categoria legale, in luogo del precedente limite imposto dal Jobs Act pari a 36 mesiLimite di 4 proroghe nell’arco di 24 mesi, invece delle 5 imposte dal vecchio regime; Al superamento dei 12 mesi, sia per effetto di un unico contratto che di una o più proroghe, il rapporto dev’essere giustificato da apposite esigenze aziendali. 

Proprio su quest’ultimo punto sono iniziati i problemi. Poste Italiane ha infatti manifestato l’intenzione di non procedere ai rinnovi di coloro che hanno maturato 12 mesi di lavoro perché non vuole apporre causali. L’evidenza gioca a favore di questa tesi. Eppure il lavoro c’è e le causali previste dal decreto (esigenze temporanee ed oggettive estranee all’attività ordinaria, ragioni sostitutive e esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria) potrebbero essere motivazioni più che valide per far continuare a lavorare giovani già formati. E invece l’azienda su questo punto sembra glissare forse temendo possibili cause da lavoro. Nel frattempo gli uffici del recapito sono in enorme difficoltà con i tagli radicali effettuati in queste ultime settimane.

Una doppia beffa per i Ctd che oltre a perdere il lavoro sono anche penalizzati in vista della graduatoria in base all’accordo sindacale firmato dalle sigle con l’azienda lo scorso giugno. Una graduatoria che prende in considerazione criteri come il numero di mesi lavorati e che  trova in posizione sfavorevole alcuni rispetto agli altri colleghi che  hanno lavorato precedentemente che hanno maturato 22, 24 o addirittura 36 mesi. Una beffa vera e propria che  "discrimina"  in vista di un’assunzione futura. Su questo punto non c'è nessuna tutela, anzi, l’azienda sembra voler procedere su questa strada a meno che non si trovi un modo per equiparare la  condizione a quelli di prima.    Si tratta di un punto importante perché molti CTD speravano in quella graduatoria. Nel frattempo gli uffici sono in enorme difficoltà, in  Poste il lavoro c’è ma l’azienda dimostra ancora una volta di voler continuare a sfruttare i precari per poi liberarsene quando non servono più. Spero che la situazione cambi presto e che si proceda ad una vera stabilizzazione dei precari e di quelli che davvero vogliono lavorare”. 

I dati confermano che: a Napoli città nessuno è stato rinnovato, stessa situazione di Cagliari, Palermo, Milano, Padova. Una lunga scia di precari che sembra attraversare lo stivale.

Domenico Lavorato

martedì 5 febbraio 2019

La Quota 100...

Il decreto legge 4/2019 consente ai lavoratori che raggiungono entro il 31 dicembre 2021 62 anni e 38 anni di contributi di accedere alla pensione.


I requisiti: 62 anni e 38 di contributi


L'articolo 14 del citato DL 4/2019 introduce dal 2019 la possibiltà di andare in pensione con il mix di 62 anni di età e 38 anni di contributi in aggiunta ai canali di pensionamento tradizionali previsti dalla Legge Fornero (cioè pensione anticipata e pensione di vecchiaia). Secondo le stime del Governo nei prossimi anni con questa combinazione potrebbero lasciare il posto di lavoro 300mila lavoratori, in particolare uomini del settore statale. La misura ha però carattere sperimentale: vale per chi matura i suddetti requisiti di 62 anni e 38 di contributi entro il 31 dicembre 2021. Chi ha raggiunto i requisiti entro il 31.12.2021 acquisisce il diritto a pensionarsi anche successivamente al 31.12.2021 cristallizzando, cioè, il diritto a pensione.

Da ricordare: Il requisito anagrafico di 62 anni non viene adeguato alla speranza di vita che scatterà il 1° gennaio 2021. Non è prevista alcuna penalità sulle regole di calcolo dell'assegno. Pertanto chi ha 18 anni di contributi al 1995 continuerà a vedersi l'assegno calcolato con il sistema retributivo sino al 2011.


Finestre


La quota 100 vede, inoltre, il ritorno ad un sistema di finestre mobili differenziate tra settore privato e pubblici dipendenti: 3 mesi per i primi e 6 mesi per i secondi dalla data di maturazione dei requisiti. Con la prima uscita fissata al 1° aprile 2019 (per il settore privato che ha i requisiti entro il 31.12.2018) e al 1° agosto 2019 (per il settore pubblico che ha i requisiti entro il 29.1.2019). Sono state garantite le specificità del comparto scuola. Le domande di pensionamento possono essere presentate a far data dal 29 gennaio 2019 (cfr: messaggio inps 395/2019). Qui di seguito la tavola con le decorrenze. Qui il programma per verificare la data di uscita dopo la novella del Dl 4/2019.

Soggetti esclusi


E' fuori dalla quota 100, per espressa previsione, il comparto difesa e sicurezza (Forze Armate, Forze dell'ordine e VV.FF) per il quale continuano ad applicarsi i requisiti previdenziali più favorevoli previsti nel Dlgs 165/97.

Contribuzione Utile

Ai fini del raggiungimento dei 38 anni di contributi è valida la contribuzione a qualisiasi titolo accreditata in favore dell'assicurato (obbligatoria, volontaria, da riscatto, figurativa), fermo restando, per i dipendenti del settore privato, il possesso di almeno 35 anni di contribuzione ad esclusione dei periodi di disoccupazione e malattia (Circ. Inps 11/2019). Ai fini del pensionamento l'articolo 14, co. 2 del Dl 4/2019 sancisce la facoltà di cumulare gratuitamente - ai sensi di quanto previsto con la legge 228/2012 -  la contribuzione mista cioè presente nell'assicurazione generale obbligoria dei lavoratori dipendenti, nelle gestioni speciali dei lavoratori commercianti, artigiani e coltivatori diretti, della gestione separata dell'Inps nonchè delle gestioni sostitutive ed esclusive dell'AGO (sono fuori le casse professionali).
Qui sotto la tavola elaborata da PensioniOggi.it con le potenziali combinazioni tra età anagrafica e contributiva per centrare l'uscita nel 2019 a seguito dell'entrata in vigore del DL 4/2019. Come si nota la rigidità del mix tra età anagrafica e contributiva comporta, ad esempio, che un assicurato con 36 anni di contributi e 64 anni di età pur avendo matematicamente raggiunto la quota 100 dovrà attendere almeno altri due anni per poter guadagnare l'uscita. 
Domenico Lavorato

Manifestazione 9 febbraio 2019...

SABATO 9 FEBBRAIO MANIFESTAZIONE NAZIONALE               IO IN PIAZZA CI SARÒ...


La legge di bilancio, appena approvata, ha lasciato irrisolte molte questioni fondamentali per lo sviluppo del Paese, a partire dai temi del lavoro, delle pensioni, del fisco, degli investimenti per le infrastrutture, delle politiche per i giovani, per le donne e per il Mezzogiorno.          Temi sui quali le organizzazioni sindacali hanno avanzato indicazioni e proposte credibili e realizzabili, il Governo non ha risposto nella legge di stabilità votata in fretta  dal Parlamento.
  • LAVORO, CRESCITA E SVILUPPO 
  • POLITICA INDUSTRIALE 
  • FISCO 
  • PREVIDENZA 
  • SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO
  • AUTONOMIA DIFFERENZIATA
  • POVERTÀ
  • POLITICHE SOCIALI
  • SANITÀ 
  • ISTRUZIONE E CONOSCENZA 
  • PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
CI VOGLIONO INTERVENTI CONCRETI PER LAVORATORI E PENSIONATI, PER I GIOVANI, PER LO SVILUPPO, LA CRESCITA ED I DIRITTI SOCIALI.
CHIEDIAMO UN FUTURO PER IL NOSTRO PAESE.
Domenico Lavorato


sabato 2 febbraio 2019

Poste Italiane: L'azienda ha istituito una nuova area...

Poste Italiane: il fratello di Angelino Alfano a capo della funzione “Protezione Civile”...
01 febbraio 2019
Continua l’ascesa professionale di Alessandro Antonio Alfano, fratello del più noto ex pluriministro Angelino. Poste Italiane, infatti, ha deciso di creare la funzione Protezione Civile e di affidarla, tra tutti i suoi dipendenti, proprio a lui. Una carriera folgorante la sua che in passato aveva suscitato molto clamore per i prestigiosi incarichi ricevuti a fronte di un curriculum abbastanza normale e di un rapporto di parentela così appariscente.
Il nuovo incarico assegnato dall’azienda Poste Italiane ad Alessandro Antonio Alfano, fratello dell’ex ministro Angelino Alfano – Giuseppe Di Guardo Coordinatore SLC CGIL Sicilia pone alcune riflessioni sulla istituzione di una neo funzione, quale quella di “Protezione Civile”, in una azienda che ha attività e prerogative di fornire servizi di altra natura. Non si riesce a comprendere quali compiti e funzioni, in un settore così delicato, possa svolgere un azienda come Poste Italiane, senza far sorgere legittimi interrogativi sulla necessità di creare un incarico non certamente attinente agli scopi ed ai servizi che Poste Italiane offre. Siamo certi che il tempo potrà chiarire dubbi legittimi su questa nuova vicenda”.di  
                                                                                                                                                                                                                                                               Domenico Lavorato